Chiamate Sospette, Cosa Fare?
Ritorna ad ogni stagione (un po’ come l’influenza) una notizia allarmante su addebiti salati nelle bollette telefoniche semplicemente rispondendo ad un numero di telefono, ne hanno parlato anche giornali nazionali ed il profilo Facebook della Polizia Postale.
Ma è tutto vero? Rischio addebiti rispondendo a numeri che non conosco? Assolutamente no, si tratta di una bufala che gira da anni ed anzi diventa via via sempre più virale.
Vediamo insieme perché questo non è possibile e come tutelarsi dalle truffe telefoniche.
Le chiamate indesiderate sembra non passino mai di moda, ed anche con il Registro delle Opposizioni sembra non aver fermato questo fenomeno; quando ricevere una chiamata non date mai informazioni personali, basta poco per ritrovarsi qualche abbonamento o attivazione non richiesta.
Come viene presentata la notizia
Sui giornali si parla di numerazioni fisse di Milano (ma spesso anche di Roma) che chiamano anche diverse volte in un giorno, se si risponde iniziano gli addebiti sul proprio conto telefonico, anche pochi secondi possono bastare per dover pagare centinaia di euro.
Perché non è tecnicamente possibile questo
Non è possibile incorrere in addebiti semplicemente rispondendo a delle chiamate in arrivo (a meno che il vostro abbonamento presenti questa possibilità, ma si tratta di casi rarissimi e quasi sempre riservati a numerazioni VOIP, nel 99,99% degli abbonamenti o piani ricaricabili attualmente venduti, le chiamate in arrivo sono sempre gratuite)
L’unico modo per incorrere in spese è ricevere richiesta di addebito della chiamata: pochi operatori supportano ancora questa possibilità, ma ovviamente vi deve essere una esplicita accettazione a seguito di un avviso automatico (citiamo ad esempio il servizio PayForMe di TIM) ma non è di questa possibilità che si parla negli articoli dei giornali (per dovere di informazione mi sembra giusto chiarire che tecnicamente è possibile ricevere addebiti, ma non come viene presentato dai giornalisti)
Negli articoli si citano anche numeri esteri “camuffati” da italiani (che detto così non significa molto) ma anche in questo caso vale la considerazione appena fatta, solo rispondendo alla chiamata, soprattutto se muta, non si rischia nulla, anche se si dovesse trattare di un numero estero.
Cosa non bisogna fare
Se rispondete a numeri che non conoscete evitate di rivelare informazioni personali, come il vostro nome o dove abitate. Mai fornire ad estranei i dati delle vostre bollette telefoniche, di gas o elettricità; i vostri fornitori conoscono perfettamente questi dati e non ve li richiederebbero, soprattutto tramite telefono.
MAI richiamare queste numerazioni “sospette”, vediamo perché:
- Se il prefisso internazionale non è 0039 o +39 (il prefisso italiano) si effettueranno chiamate all’estero, anche molto salate (se non incluse nel proprio abbonamento)
- Se il numero inizia con 899 o altre numerazioni a sovrapprezzo, pagherete anche in questo caso una chiamata piuttosto cara
- Se il numero è un fisso o mobile italiano non rischierete addebiti strani (solamente se il vostro abbonamento non prevede le chiamate incluse pagherete la conversazione) ma potreste incorrere in personaggi poco raccomandabili, che cercherebbero di carpire le vostre informazioni personali per attivarvi servizi non richiesti o cambiare il gestore del gas o dell’energia elettrica
Considerazioni finali
Come ripeto spessissimo, forse risultando anche noioso o invasato, non fidativi di ciò che leggete su Facebook o che gira su Whatsapp (anche se si tratta della Polizia Italiana aggiungerei), ma cercate sempre di utilizzare il vostro spirito critico e distinguere ciò che può essere vero da ciò che invece è solo fumo negli occhi.
Evidentemente ai giornali fa più comodo ricevere visite o vendere copie con notizie sensazionalistiche che verificare le fonti o richiedere maggiori informazioni.
Quello che ci rende più amareggiati è vedere come chi ci dovrebbe proteggere dalle truffe, finisca per fare disinformazione a sua volta.
Riporto il post originale del profilo Facebook della Polizia Postale che ha portato il proliferarsi di queste false, o quantomeno inesatte informazioni:
E quindi una parziale rettifica datata 15 gennaio 2017:
In cui chiariscono che rispondere alle chiamate non comporta addebiti, come abbiamo sottolineato in precedenza.